La prima e principale proprietà dell’ozono, che si è iniziato a sfruttare in odontoiatria a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, è la sua spiccata azione antimicrobica, centoventi volte più potente di quella del cloro. Da questa derivano altri effetti favorevoli, come per esempio l’apertura dei tubuli dentinali, che incrementa la diffusione degli ioni calcio e fosforo facilitando la rimineralizzazione della dentina.
Trova applicazione nell’igiene dentale, nella conservativa e nell’endodonzia, nella cura di parodontiti, perimplantiti e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare. Non meno importanti sono, però, tutte le altre proprietà biologiche dell’ozono: il potere antinfiammatorio, antiossidante, antidolorifico, immunomodulante, la capacità di migliorare il microcircolo aumentando la disponibilità di ossigeno a livello dei tessuti, l’effetto di stimolazione della neo-angiogenesi, rivelandosi quindi prezioso anche nella chirurgia odontostomatologica in generale.
Le indicazioni cliniche principali sono: la rimozione della placca batterica nelle sedute di igiene dentale, il cui effetto può essere potenziato con l’utilizzo di acqua ozonizzata; la cura delle lesioni cariose iniziali, la cui evoluzione può efficacemente essere contrastata; la disinfezione endocanalare, dove l’ozono può penetrare più a fondo degli altritrattamenti endodontici nei microtubuli dentinali e rimuovere germi particolarmente resistenti come Enterococcus faecalis; il trattamento delle stomatiti di origine batterica, virale o fungina, ma anche delle stomatiti aftose o del lichen planus; la terapia delle parodontiti; la prevenzione o il trattamento delle alveoliti post-estrattive; la prevenzione e il trattamento delle complicanze nella chirurgia pre-protesica e in implantologia; la cura delle osteonecrosi anche da radiazioni o da bisfosfonati; il trattamento dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare.
La scelta della via di somministrazione deve far riferimento innanzitutto al meccanismo d’azione più adatto per iltrattamento scelto. Se dell’ozono interessa primariamente l’effetto antimicrobico, in campo odontoiatrico trova indicazione soprattutto la via topica, tramite insufflazione, delle tasche parodontali o delle lesioni stomatologiche, oppure tramite l’ausilio di apposite mascherine personalizzate che permettono l’applicazione su tutte le arcate mantenendo ampi margini di sicurezza per il paziente, in considerazione del fatto che l’ozono ha come controindicazione il contatto con le vie respiratorie.
Se, invece, vogliamo sfruttarne le altre proprietà biologiche, allora le modalità di somministrazione sono le stesse utilizzate negli altri campi della medicina. L’ Ozono terapia sistemica in odontoiatria può essere utilizzata in fase pre e post-chirurgica, allo scopo di facilitare la neo-angiogenesi, aumentare la disponibilità dell’ossigeno a livello dei tessuti periferici grazie a una più favorevole curva di dissociazione dell’emoglobina, migliorare il decorso post-operatorio grazie all’effetto antinfiammatorio e antidolorifico ed immunomodulante.
La piccola autoemoinfusione è particolarmente adatta nel trattamento delle lesioni periorali erpetiche, sia da Herpes simplex che da varicella zoster. L’iniezione sottomucosa è indicata in presenza di formazioni ascessuali a qualsiasi livello, peri-apicale, parodontale o dei tessuti molli, sia per l’effetto antinfiammatorio e antidolorifico, siaper le proprietà antimicrobiche.
L’inoculazione peri-articolare e/o intra-articolare è di prima scelta nel trattamento delle sintomatologie algiche dell’Atm dovute a infiammazione della capsula. L’iniezione intramuscolare è anch’essa idonea nel trattamento dei disturbi dell’Atm quando associati ad alterazioni muscolo-tensive, per risolvere le quali si approfitta dell’effetto miorilassante che l’ozono produce migliorando l’ossigenazione del tessuto muscolare.
L’insufflazione rettale, grazie all’effetto sovrapponibile a quello di GAEI e PAEI, anche se con tempi più lunghi e un maggior numero di sedute, trova indicazione quando non è possibile reperire un accesso venoso. Vi è in fine, la somministrazione idropinica, che facendo affidamento unicamente sull’effetto antimicrobico trova applicazione nel trattamento locale delle parodontiti e delle stomatiti di origine infettiva, e secondariamente si avvale dell’effetto di riequilibrio del microbiota intestinale.
CHIRURGIA ORALE – ENDODONZIA – PARODONTOLOGIA – IMPLANTOLOGIA – CONSERVATIVA –OSTEONECROSI – DISTURBI DELL’ATM
Luigi Gelmi
Professor Francesco Carinci
Cattedra di Chirurgia Maxillo Facciale Università di Ferrara
Professoressa Alessandra Majorana
Cattedra di Malattie Odontostomatologiche Università di Brescia
Dottor Montevecchi Marco
Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie Università di Bologna
Professoressa Dorina Lauritano
Prof.ssa Associata Cattedra di Odontoiatria Conservatrice ed Endodonzia Università di Ferrara
La prima e principale proprietà dell’ozono, che si è iniziato a sfruttare in odontoiatria a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, è la sua spiccata azione antimicrobica, centoventi volte più potente di quella del cloro. Da questa derivano altri effetti favorevoli, come per esempio l’apertura dei tubuli dentinali, che incrementa la diffusione degli ioni calcio e fosforo facilitando la rimineralizzazione della dentina.
Trova applicazione nell’igiene dentale, nella conservativa e nell’endodonzia, nella cura di parodontiti, perimplantiti e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare. Non meno importanti sono, però, tutte le altre proprietà biologiche dell’ozono: il potere antinfiammatorio, antiossidante, antidolorifico, immunomodulante, la capacità di migliorare il microcircolo aumentando la disponibilità di ossigeno a livello dei tessuti, l’effetto di stimolazione della neo-angiogenesi, rivelandosi quindi prezioso anche nella chirurgia odontostomatologica in generale.
Le indicazioni cliniche principali sono: la rimozione della placca batterica nelle sedute di igiene dentale, il cui effetto può essere potenziato con l’utilizzo di acqua ozonizzata; la cura delle lesioni cariose iniziali, la cui evoluzione può efficacemente essere contrastata; la disinfezione endocanalare, dove l’ozono può penetrare più a fondo degli altritrattamenti endodontici nei microtubuli dentinali e rimuovere germi particolarmente resistenti come Enterococcus faecalis; il trattamento delle stomatiti di origine batterica, virale o fungina, ma anche delle stomatiti aftose o del lichen planus; la terapia delle parodontiti; la prevenzione o il trattamento delle alveoliti post-estrattive; la prevenzione e il trattamento delle complicanze nella chirurgia pre-protesica e in implantologia; la cura delle osteonecrosi anche da radiazioni o da bisfosfonati; il trattamento dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare.
La scelta della via di somministrazione deve far riferimento innanzitutto al meccanismo d’azione più adatto per iltrattamento scelto. Se dell’ozono interessa primariamente l’effetto antimicrobico, in campo odontoiatrico trova indicazione soprattutto la via topica, tramite insufflazione, delle tasche parodontali o delle lesioni stomatologiche, oppure tramite l’ausilio di apposite mascherine personalizzate che permettono l’applicazione su tutte le arcate mantenendo ampi margini di sicurezza per il paziente, in considerazione del fatto che l’ozono ha come controindicazione il contatto con le vie respiratorie.
Se, invece, vogliamo sfruttarne le altre proprietà biologiche, allora le modalità di somministrazione sono le stesse utilizzate negli altri campi della medicina. L’ Ozono terapia sistemica in odontoiatria può essere utilizzata in fase pre e post-chirurgica, allo scopo di facilitare la neo-angiogenesi, aumentare la disponibilità dell’ossigeno a livello dei tessuti periferici grazie a una più favorevole curva di dissociazione dell’emoglobina, migliorare il decorso post-operatorio grazie all’effetto antinfiammatorio e antidolorifico ed immunomodulante.
La piccola autoemoinfusione è particolarmente adatta nel trattamento delle lesioni periorali erpetiche, sia da Herpes simplex che da varicella zoster. L’iniezione sottomucosa è indicata in presenza di formazioni ascessuali a qualsiasi livello, peri-apicale, parodontale o dei tessuti molli, sia per l’effetto antinfiammatorio e antidolorifico, siaper le proprietà antimicrobiche.
L’inoculazione peri-articolare e/o intra-articolare è di prima scelta nel trattamento delle sintomatologie algiche dell’Atm dovute a infiammazione della capsula. L’iniezione intramuscolare è anch’essa idonea nel trattamento dei disturbi dell’Atm quando associati ad alterazioni muscolo-tensive, per risolvere le quali si approfitta dell’effetto miorilassante che l’ozono produce migliorando l’ossigenazione del tessuto muscolare.
L’insufflazione rettale, grazie all’effetto sovrapponibile a quello di GAEI e PAEI, anche se con tempi più lunghi e un maggior numero di sedute, trova indicazione quando non è possibile reperire un accesso venoso. Vi è in fine, la somministrazione idropinica, che facendo affidamento unicamente sull’effetto antimicrobico trova applicazione nel trattamento locale delle parodontiti e delle stomatiti di origine infettiva, e secondariamente si avvale dell’effetto di riequilibrio del microbiota intestinale.
CHIRURGIA ORALE
ENDODONZIA
PARODONTOLOGIA
IMPLANTOLOGIA CONSERVATIVA
OSTEONECROSI
DISTURBI DELL’ATM
Luigi Gelmi
Professor Francesco Carinci
Cattedra di Chirurgia Maxillo Facciale Università di Ferrara
Professoressa Alessandra Majorana
Cattedra di Malattie Odontostomatologiche Università di Brescia
Dottor Montevecchi Marco
Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie Università di Bologna
Professoressa Dorina Lauritano
Prof.ssa Associata Cattedra di Odontoiatria Conservatrice ed Endodonzia Università di Ferrara
Società Scientifica riconosciuta dal Ministero della Salute ai sensi della L. 8 marzo 2017, n.24